venerdì 13 ottobre 2017

Luca 11,15-26


Liturgia                                                             Venerdì 13/10/17

Gioele 1,13-15; 2,1-2

       1 Parola del Signore, rivolta a Gioele figlio di Petuèl.

 

I. IL FLAGELLO DELLE CAVALLETTE

 

1. LITURGIA DI LUTTO E DI SUPPLICA

 

Invito alla penitenza e alla preghiera

 

         13 Cingete il cilicio e piangete, o sacerdoti,

         urlate, ministri dell’altare,

         venite, vegliate vestiti di sacco,

         ministri del mio Dio,

         poichè priva d’offerta e libazione

         è la casa del vostro Dio.

         14 Proclamate un digiuno,

         convocate un’assemblea,

         adunate gli anziani

         e tutti gli abitanti della regione

         nella casa del Signore vostro Dio,

         e gridate al Signore:

         15 Ahimè, quel giorno!

         È infatti vicino il giorno del Signore

         e viene come uno sterminio dall’Onnipotente.

        

Allarme nel giorno del Signore

 

         1 Suonate la tromba in Sion

         e date l’allarme sul mio santo monte!

         Tremino tutti gli abitanti della regione

         perchè viene il giorno del Signore,

         perchè è vicino,

         2 giorno di tenebra e di caligine,

         giorno di nube e di oscurità.

         Come l’aurora, si spande sui monti

         un popolo grande e forte;

         come questo non ce n’è stato mai

         e non ce ne sarà dopo,

         per gli anni futuri di età in età.

 

 

Luca 11,15-26

Gesù e Beelzebul

 

         14 Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. 15 Ma alcuni dissero: “È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni”. 16 Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. 17 Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. 18 Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. 19 Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. 20 Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.

         21 Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. 22 Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l’armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.

 

Intransigenza di Gesù

 

         23 Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.

 

Ritorno offensivo dello spirito immondo

 

         24 Quando lo spirito immondo esce dall’uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. 25 Venuto, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell’uomo diventa peggiore della prima”.

 

Riferimenti   Antico   Testamento

Esodo 8,12-15; 31,12-18;

3a piaga: le zanzare

 

         12 Quindi il Signore disse a Mosè: “Comanda ad Aronne: Stendi il tuo bastone, percuoti la polvere della terra: essa si muterà in zanzare in tutto il paese d’Egitto”. 13 Così fecero: Aronne stese la mano con il suo bastone, colpì la polvere della terra e infierirono le zanzare sugli uomini e sulle bestie; tutta la polvere del paese si era mutata in zanzare in tutto l’Egitto. 14 I maghi fecero la stessa cosa con le loro magie, per produrre zanzare, ma non riuscirono e le zanzare infierivano sugli uomini e sulle bestie. 15 Allora i maghi dissero al faraone: “È il dito di Dio! ”. Ma il cuore del faraone si ostinò e non diede ascolto, secondo quanto aveva predetto il Signore.

 

Riposo sabbatico

 

         12 Il Signore disse a Mosè: 13 “Quanto a te, parla agli Israeliti e riferisci loro: In tutto dovrete osservare i miei sabati, perché il sabato è un segno tra me e voi, per le vostre generazioni, perché si sappia che io sono il Signore che vi santifica. 14 Osserverete dunque il sabato, perché lo dovete ritenere santo. Chi lo profanerà sarà messo a morte; chiunque in quel giorno farà qualche lavoro, sarà eliminato dal suo popolo. 15 Durante sei giorni si lavori, ma il settimo giorno vi sarà riposo assoluto, sacro al Signore. Chiunque farà un lavoro di sabato sarà messo a morte. 16 Gli Israeliti osserveranno il sabato, festeggiando il sabato nelle loro generazioni come un’alleanza perenne. 17 Esso è un segno perenne fra me e gli Israeliti, perché il Signore in sei giorni ha fatto il cielo e la terra, ma nel settimo ha cessato e si è riposato”.

 

Consegna a Mosè delle tavole della legge

 

         18 Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio.

 

Deuteronomio 9,7-11

La colpa di Israele sull’Oreb e l’intercessione di Mosè

 

         7 Ricordati, non dimenticare, come hai provocato all’ira il Signore tuo Dio nel deserto. Da quando usciste dal paese d’Egitto fino al vostro arrivo in questo luogo, siete stati ribelli al Signore. 8 Anche sull’Oreb provocaste all’ira il Signore; il Signore si adirò contro di voi fino a volere la vostra distruzione. 9 Quando io salii sul monte a prendere le tavole di pietra, le tavole dell’alleanza che il Signore aveva stabilita con voi, rimasi sul monte quaranta giorni e quaranta notti, senza mangiare pane né bere acqua; 10 il Signore mi diede le due tavole di pietra, scritte dal dito di Dio, sulle quali stavano tutte le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell’assemblea. 11 Alla fine dei quaranta giorni e delle quaranta notti, il Signore mi diede le due tavole di pietra, le tavole dell’alleanza.

 

Sapienza 10,1-21

Da Adamo a Mosè

 

         1 Essa protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio,

         quando fu creato solo;

         poi lo liberò dalla sua caduta

         2 e gli diede la forza per dominare su tutte le cose.

         3 Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera

         perì per il suo furore fratricida.

         4 A causa sua la terra fu sommersa,

         ma la sapienza di nuovo la salvò

         pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno.

         5 Essa, quando le genti furono confuse,

         concordi soltanto nella malvagità,

         riconobbe il giusto

         e lo conservò davanti a Dio senza macchia

         e lo mantenne forte

         nonostante la sua tenerezza per il figlio.

       6 E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,

         che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.

         7 Quale testimonianza di quella gente malvagia

         esiste ancora una terra desolata, fumante

         insieme con alberi che producono frutti immaturi

         e a memoria di un’anima incredula,

         s’innalza una colonna di sale.

         8 Allontanandosi dalla sapienza,

         non solo ebbero il danno di non conoscere il bene,

         ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,

         perché le loro colpe non rimanessero occulte.

         9 Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze:

         10 essa condusse per diritti sentieri

         il giusto in fuga dall’ira del fratello,

         gli mostrò il regno di Dio

         e gli diede la conoscenza delle cose sante;

         gli diede successo nelle sue fatiche

         e moltiplicò i frutti del suo lavoro

 

Riferimenti   Nuovo   Testamento

Apocalisse 12,7-18

         7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 10 Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

 

         “Ora si è compiuta

         la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio

         e la potenza del suo Cristo,

         poiché è stato precipitato

         l’accusatore dei nostri fratelli,

         colui che li accusava davanti al nostro Dio

         giorno e notte.

         11 Ma essi lo hanno vinto

         per mezzo del sangue dell’Agnello

         e grazie alla testimonianza del loro martirio;

         poiché hanno disprezzato la vita

         fino a morire.

12 Esultate, dunque, o cieli,

         e voi che abitate in essi.

         Ma guai a voi, terra e mare,

         perché il diavolo è precipitato sopra di voi

         pieno di grande furore,

         sapendo che gli resta poco tempo”.

 

         13 Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. 14 Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. 15 Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d’acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. 16 Ma la terra venne in soccorso alla donna, aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.

         17 Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

         18 E si fermò sulla spiaggia del mare.

 

1 Corinzi 2,6-16

         6 Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; 7 parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. 8 Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Sta scritto infatti:

 

         Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,

         né mai entrarono in cuore di uomo,

         queste ha preparato Dio per coloro che lo amano.

 

         10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. 12 Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. 13 Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14 L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. 15 L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.

 

         16 Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore

          in modo da poterlo dirigere?

 

         Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

 

Marco 3,22;1,27;6,7;16,7;5,15;

Calunnie degli scribi

 

         22 Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: “Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni”. 23 Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: “Come può satana scacciare satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. 26 Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. 28 In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”. 30 Poiché dicevano: “È posseduto da uno spirito immondo”.

 

Gesù insegna a Cafarnao e guarisce un indemoniato

 

         21 Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. 23 Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: 24 “Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio”. 25 E Gesù lo sgridò: “Taci! Esci da quell’uomo”. 26 E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27 Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: “Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono! ”. 28 La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.

 

Missione dei dodici

 

         Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.

         7 Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi.

 

7 Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”.

 

L’indemoniato geraseno

 

         1 Intanto giunsero all’altra riva del mare, nella regione dei Gerasèni. 2 Come scese dalla barca, gli venne incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo. 3 Egli aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più riusciva a tenerlo legato neanche con catene, 4 perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e infranto i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5 Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. 6 Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi, 7 e urlando a gran voce disse: “Che hai tu in comune con me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi! ”. 8 Gli diceva infatti: “Esci, spirito immondo, da quest’uomo! ”. 9 E gli domandò: “Come ti chiami? ”. “Mi chiamo Legione, gli rispose, perché siamo in molti”. 10 E prese a scongiurarlo con insistenza perché non lo cacciasse fuori da quella regione.

 

1 Timoteo 6,1-10

Gli schiavi

 

         1 Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, trattino con ogni rispetto i loro padroni, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2 Quelli poi che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché sono credenti e amati coloro che ricevono i loro servizi.

 

Ritratto del vero e del falso dottore

 

         Questo devi insegnare e raccomandare.

         3 Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, 4 costui è accecato dall’orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, 5 i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno.

         6 Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! 7 Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo portarne via. 8 Quando dunque abbiamo di che mangiare e di che coprirci, contentiamoci di questo. 9 Al contrario coloro che vogliono arricchire, cadono nella tentazione, nel laccio e in molte bramosie insensate e funeste, che fanno affogare gli uomini in rovina e perdizione. 10 L’attaccamento al denaro infatti è la radice di tutti i mali; per il suo sfrenato desiderio alcuni hanno deviato dalla fede e si sono da se stessi tormentati con molti dolori.

 

 

 

 

 

 

Lo sviluppo del dogma


    Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande.
    Chi infatti può esser talmente nemico degli uomini e ostile a Dio da volerlo impedire? Bisognerà tuttavia stare bene attenti che si tratti di un vero progresso della fede e non di un cambiamento. Il vero progresso avviene mediante lo sviluppo interno. Il cambiamento invece si ha quando una dottrina si trasforma in un'altra.
    È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, crescano e progrediscano quanto più possibile la comprensione, la scienza e la sapienza così dei singoli come di tutti, tanto di uno solo, quanto di tutta la Chiesa. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi. Questi infatti, pur crescendo e sviluppandosi con l'andare degli anni, rimangono i medesimi di prima. Vi è certamente molta differenza fra il fiore della giovinezza e la messe della vecchiaia, ma sono gli stessi adolescenti di una volta quelli che diventano vecchi. Si cambia quindi l'età e la condizione, ma resta sempre il solo medesimo individuo. Unica e identica resta la natura, unica e identica la persona.
    Le membra del lattante sono piccole, più grandi invece quelle del giovane. Però sono le stesse. Le membra dell'uomo adulto non hanno più le proporzioni di quelle del bambino. Tuttavia quelle che esistono in età più matura esistevano già, come tutti sanno, nell'embrione, sicché quanto a parti del corpo, niente di nuovo si riscontra negli adulti che non sia stato già presente nei fanciulli, sia pure allo stato embrionale.
    Non vi è alcun dubbio in proposito. Questa è la vera e autentica legge del progresso organico. Questo è l'ordine meraviglioso disposto dalla natura per ogni crescita. Nell'età matura si dispiega e si sviluppa in forme sempre più ampie tutto quello che la sapienza del creatore aveva formato in antecedenza nel corpicciolo del piccolo.
    Se coll'andar del tempo la specie umana si cambiasse talmente da avere una struttura diversa oppure si arricchisse di qualche membro oltre a quelli ordinari di prima, oppure ne perdesse qualcuno, ne verrebbe di conseguenza che tutto l'organismo ne risulterebbe profondamente alterato o menomato. In ogni caso non sarebbe più lo stesso.
    Anche il dogma della religione cristiana deve seguire queste leggi. Progredisce, consolidandosi con gli anni, sviluppandosi col tempo, approfondendosi con l'età. È necessario però che resti sempre assolutamente intatto e inalterato.
    I nostri antenati hanno seminato già dai primi tempi nel campo della Chiesa il seme della fede. Sarebbe assurdo e incredibile che noi, loro figli, invece della genuina verità del frumento, raccogliessimo il frutto della frode cioè dell'errore della zizzania.
    È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo. Noi mietiamo quello stesso frumento di verità che fu seminato e che crebbe fino alla maturazione.
    Poiché dunque c'è qualcosa della primitiva seminagione che può ancora svilupparsi con l'andar del tempo, anche oggi essa può essere oggetto di felice e fruttuosa coltivazione.     
san Vincenzo di Lérins, sacerdote

 

 

Santa Teresa di Gesù -  Cammino di perfezione -    Capitolo 38

Necessità che l'eterno Padre ci esaudisca quando lo preghiamo con le parole: " Et ne nos inducas in tentationem, sed libera nos a malo".

 

1. Qui, sorelle, si tratta di cose molto importanti, e poiché dobbiamo chiederle a Dio, bisogna che le meditiamo e comprendiamo bene. Considerate intanto fin da principio ciò che io tengo per assolutamente certo.  Quando un'anima è giunta alla perfezione, non domanda più a Dio di andar libera dalle prove, dalle tentazioni, dalle persecuzioni e dai travagli; e ciò è indirizzo sicuro che non è nell'illusione, che è guidata dallo Spirito di Dio e che le grazie e la contemplazione di cui gode le vengono da Lui. Anzi, come ho già detto, desidera di essere fra le prove, le ama e le domanda al Signore. Somiglia a quei soldati che sono tanto più contenti quanto più numerose sono le azioni di far guerra, perché, in tempo di pace, dovendosi contentare del soldo ordinario, non possono tanto arricchirsi.

2. Soldati di Cristo sono tanto coloro che si danno all'orazione, quanto quelli che sono arrivato alla contemplazione: e anch'essi, credetemi, non vedono l'ora di combattere. I nemici aperti non li temono molto. Sanno chi sono e conoscono che non possono far nulla con chi ha la forza di dio. Con questi riescono sempre vincitori, fanno gran bottino, né mai volgono le spalle. I nemici che temono,- ed è giusto che li temano, supplicando il Signore d'andarne liberi, - sono i traditori, cioè quei demoni che si trasfigurano in angeli di luce e che così travestiti assalgono l'anima, non facendosi conoscere che dopo averla molto danneggiata: le succhiano il sangue, distruggono a poco a poco ogni sua virtù e la precipitano nella tentazione, senza che quasi se n'accorga. Ecco i nemici, figliuole, dai cui assalti dobbiamo pregare e supplicare incessantemente il Signore d'andar libere quando recitiamo il Pater noster! Preghiamolo di non mai permettere che soccombiamo alla tentazione e soggiaciamo a qualche inganno, ma che ci scopra dove sta il veleno e non ci nasconda la luce della verità. Oh, come ha fatto bene il nostro buon Maestro a insegnarci questa preghiera, rivolgendosi al Padre in nome nostro!

3. Ricordatevi, figliuole mie, che quei nemici ci possono danneggiare in molti modi. Se fosse soltanto col farci credere che le delizie e i gusti da essi prodotti nell'orazione provengono da Dio, sarebbe ben poco, anzi il minimo che ci possano fare. Alle volte può anche succedere che ci facciano progredire, perché l'anima, attratta da quelle delizie, s'indugia nell'orazione per più ore, ed ignorando di esser vittima del demonio, non finisce di ringraziare Iddio per quei favori di cui si riconosce indegna. Intanto si determina a servirlo con maggior impegno e, pensando che quelle grazie le vengono da Dio, cerca di disporsi per riceverne altre.

4. Procurate, sorelle, di mantenervi sempre in umiltà, di riconoscere che non siete degne di tali grazie e di non cercarle. In questo modo il demonio si vedrà sfuggire molte anime. Se egli cerca di perderci, il Signore, badando alla nostra intenzione che è di contemplarlo e servirlo, ricava bene dal male. Con le anime che stanno con Lui nell'orazione, Egli si mostra sempre fedele. Tuttavia non ci dobbiamo mai trascurare, ma mantenerci in umiltà e fuggire qualsiasi genere di vanagloria. Pregate il Signore di preservarvi da questi pericoli e state sicure che Egli non vi permetterà mai di ricevere a lungo altre  consolazioni che da Lui.

5. Dove il demonio può far danno senza darsi  a conoscere, è nell'indurci a credere che abbiamo una virtù mentre ne siamo prive, il che è una peste. Quando riceviamo dei favori e delizie, ci sembra di non far altro che ricevere, e per conseguenza crediamo di esser obbligate a servire Iddio con maggiore fedeltà. Ma se crediamo di avere virtù, ci vien da pensare che serviamo il Signore, che gli diamo qualche cosa e che Dio sia obbligato a ricompensarci. Gravissimi allora sono i danni che il demonio insensibilmente ci procura, perché non solo c'indebolisce nell'umiltà, ma con la scusa che già l'abbiamo,c'induce a trascurare i mezzi per acquistarla. Come difenderci da questa tentazione? Il mezzo migliore, secondo me, è quello insegnatoci dal nostro Maestro: pregare, supplicare l?Eterno Padre di non permettere che cadiamo in tentazione.

6. Tuttavia ne voglio aggiungere qualche altro. Se vi pare che Dio vi abbia dato una virtù, consideratela come un bene gratuito che vi può essere ritolto, come spesso accade non senza una speciale provvidenza. Non l'avete mai provato voi, sorelle? Io sì. Alle volte mi pareva di essere staccata da tutto,e, messa alla prova, dimostravo di esserlo veramente. Altre volte invece mi sentivo così attaccata da non riconoscermi più, e si trattava perfino di cose che il giorno prima avevo messo in burletta. In certe circostanze mi sentivo piena di coraggio e mi pareva che per il servizio di Dio avrei affrontato ogni ostacolo: cosa che in certe occasioni avevo anche provato con il fatto. Ma il giorno dopo mi trovavo così fiacca che non avrei avuto la forza di uccidere per amor di Dio neppure una formica, se nel fatto avessi incontrato una difficoltà. Parimenti mi pareva alle volte che non mi sarei curata di quante maldicenze e mormorazioni si fossero fatte di me: e talvolta avevo pure dimostrato che veramente era così, sino a sentire piacere. Ma in altri giorni bastava una sola parola per precipitarmi in tanta afflizione da desiderare la morte, sembrandomi che il mondo non mi fosse che di peso. E non soltanto io che vado soggetta a questi cambiamenti: li ho notati anche in altre persone molto migliori di me, e so che è così.

7. Stando così le cose, che di voi può dire di aver virtù e di essere ricca, se nel momento del sui maggior bisogno, può trovarsi povera? No sorelle! Persuadiamoci di essere povere, e non vogliamo far debiti senza avere di che pagarli. Le nostre ricchezze devono venire da tutt'altra parte; e non sappiamo fino a quando Dio vorrà lasciarci nella prigione della nostra miseria senza darci niente. Far debiti è quando accettiamo la stima e la considerazione di chi ci tiene per virtuose, con il pericolo di cadere in derisione sia noi che i nostri ammiratori. Se serviremo il Signore con umiltà, sperimenteremo il suo aiuto in tutti i nostri bisogni; ma se non avremo umiltà, il Signore ci abbandonerà ad ogni passo. Una delle sue grazie più grandi che dobbiamo molto stimare è di essere fermamente persuase di non aver nulla che non ci venga da Lui.

8. Ecco ora un altro avviso. Il demonio ci fa credere di avere una determinata virtù, supponiamo la pazienza, perché ci risolviamo a soffrire per amore di Dio, e sovente gliene esprimiamo il desiderio. Ci sembra ch, posti all'occasione, saremo capaci di mantenerci fedeli: il demonio si sforza di persuadercene, e ne siamo felici. Ma io vi dirò che di simili virtù non dobbiamo far conto, convincendoci di non conoscerle che di nome. Potremo credere che il Signore ce n'abbia favorite soltanto allora che ci vedremo alla prova, perché può essere che tutta la vostra pazienza se ne vada in fumo per una parola di offesa. Quando sarete molto tribolate, lodate il Signore che comincia a insegnarvi cosa sia la pazienza, ringraziatelo e prendete animo a soffrire. Egli vuole che lo ricompensiate in questo modo: la pazienza che vi ha dato ne è una prova, ma consideratela come un deposito che vi può essere ritolto.

9. Altra tentazione è quella di crederci molto povere di spirito. Usiamo dire che non vogliamo nulla e che di nulla c'interessiamo, ma appena ci regalano un oggetto, anche non necessario, la nostra povertà di spirito se ne va. A forza di chiamarci povere di spirito, si era finito col persuaderci di esserlo davvero. Sia in queste cose come in altre circostanze, è molto utile, per accorgersi della tentazione, vegliare sempre su noi stesse. Quando il Signore ci dà davvero una virtù, ed essa è ben solida, pare che insieme ce ne venga ogni altra. Ma pur sembrandovi di averne, ascoltate ugualmente il mio consiglio: temete sempre un inganno. Il vero umile non è mai sicuro delle sue virtù: in via ordinaria quelle che scopre negli altri gli paiono più solide e più profonde delle sue.